Fiorini Pesaro Rugby: dopo la miglior stagione di sempre della serie A, occhi puntati sulla cadetta che mira alla B
Terminato al 3° posto il Campionato di Serie A, il secondo XV domenica sfida Fano per restare in vetta in vista dei playoff promozione
Si chiude al 3° posto il campionato di Serie A 2024/2025 della Fiorini Pesaro Rugby che nell’ultima giornata ha visto sfumare il sogno di accedere ai playoff, ma per il club la stagione giallorossa non è ancora finita, dato che il secondo XV pesarese si gioca ancora la possibile promozione in serie B. Domenica alle 15.30 al Teknowool Rugby Park, nell’ultima giornata di campionato la formazione cadetta giallorossa sfiderà il Fano. Sarà un derby (il quarto di questa stagione, sin qui sempre a favore di Pesaro), ma anche una sfida al vertice; Pesaro è infatti primo con 20 punti e già matematicamente ai playoff, mentre Fano è secondo con 15 e si dovrà guardare le spalle per non essere superato dal Città di Castello. Le prime due classificate di questo girone infatti si qualificheranno per i playoff promozione con le prime due classificate del girone dell’Emilia Romagna.
Intanto in casa giallorossa si tracciano i primi bilanci della stagione, dopo la sfida al cardiopalma con Valsugana. «Sicuramente è stata una partita bellissima, l’importante è che abbiamo dato una bella immagine del rugby a Pesaro a tutti i nostri giovani, a tutte le persone che sono venute al campo e hanno visto anche la prima partita di rugby della loro vita». È il giocatore Richard Paletta a tirare le somme di una stagione che ha visto la Fiorini sfiorare il primo posto e l’accesso ai playoff.
«Ovviamente avremmo voluto un risultato diverso ma abbiamo ricevuto tantissimi commenti positivi, e quella, secondo me, è una cosa molto importante in questa situazione.
Sapevamo che sarebbe stato veramente difficile superare Valsugana, loro sono i primi in classifica per un motivo, ci siamo riusciti fino a tre minuti dalla fine. Come dice “Tato”, il nostro allenatore, sicuramente l’inesperienza nel giocare questo tipo di partite della maggior parte della squadra ha pesato. Veniamo da diverse stagioni dove eravamo nella parte bassa della classifica e cercavamo altri risultati, fare queste partite non erano le nostre corde».
Ti immaginavi questo finale di stagione? «Assolutamente no, pensando anche a come erano state le stagioni passate. La rosa non era così tanto migliore rispetto agli anni scorsi, non mi aspettavo assolutamente un epilogo del genere. Avrei potuto ipotizzare una metà classifica, una salvezza tranquilla, però sicuramente non di arrivare all’ultima giornata e poterci giocare i play-off. Sono molto contento perché i ragazzi hanno lavorato tantissimo a partire da metà luglio. L’ultima partita persa, prima di questa, è stata sempre con Valsugana nel girone di andata. I ragazzi hanno sempre risposto presente, in questa stagione hanno giocato circa 32 giocatori, è un numero altissimo per una rosa di Serie A, dobbiamo ringraziare tutti i ragazzi che sono passati in campo con noi, dalla Serie A, ma anche dalla 18 e dalla Serie C. Dobbiamo continuare a lavorare su questo, ripartire da qui e mettere un tassello per andare avanti di volta in volta e costruire qualcosa».
A inizio partita hai annunciato il tuo ritiro, il termine di una carriera in cui, nonostante l’età, hai avuto numerose soddisfazioni. Sensazioni? «Sicuramente è una grande emozione. Chiudo nel club dove ho iniziato, che mi ha concesso di fare tantissime cose. Un ringraziamento grande al Pesaro Rugby. Sono stato fortunato perché ho avuto un’esperienza ottima, di altissimo livello, ho conosciuto tantissime persone. Non ho rimorsi su quello che ho fatto. Sono contento di aver potuto dimostrare sul campo quello che è il Richard Paletta giocatore, con tantissimi ragazzi giovani che nelle giovanili mi guardavano in un certo modo. Averli a fianco come compagni di squadra mi ha fatto molto piacere, sono riuscito a dare loro un po’ di quello che ho imparato io. È sempre bello aiutare qualcuno, dare indietro un po’ di quello che ho ricevuto. Sono contento della mia decisione perché purtroppo la mia carriera è stata non lunghissima, ho 30 anni, però è stata veramente intensa. Ho fatto 10/11 anni di alto livello dove fisicamente ero sempre sollecitato, tornando a Pesaro per lavorare è stato molto più difficile mantenere quel livello. È una decisione sofferta ma ragionata, pensata e nemmeno anticipata più di tanto. Sono molto contento, sono molto soddisfatto e adesso spero di aiutare il Pesaro Rugby in altri modi».
Un saluto al rugby giocato, ma non un addio al mondo della palla ovale: «Assolutamente no, fa parte di me, anche se volessi non riuscirei a uscire completamente dal campo da rugby. Mi metterò a disposizione per dare una mano ad allenare qualche categoria, magari a gestire qualche aspetto dirigenziale e gestionale, e soprattutto un rugby senza contatto, probabilmente il touch, iniziare comunque con una categoria del genere per tenere attivo l’amore per il rugby senza dover mettere sotto fatica il mio corpo».