Diego Domínguez si racconta ospite della Fiorini Pesaro Rugby
Il campione argentino di origini marchigiane è stato ospite della società giallorossa prima di ricevere il riconoscimento dell’Ateneo urbinate
«Sono molto legato alle Marche, mia madre è marchigiana, di Matelica. Quando ero piccolo mio nonno mi parlava in dialetto marchigiano e mi raccontava tantissime storie sull’Italia». Esordisce così Diego Domínguez, ospite della Fiorini Pesaro Rugby.
La leggenda del rugby internazionale, considerato il mediano di apertura più forte di tutti i tempi, ha ricevuto il Sigillo di Ateneo dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. A precedere la cerimonia una serata conviviale al Teknowool Rugby Park, che ha visto l’ospite raccontarsi e confrontarsi con i giocatori e i dirigenti della società giallorossa di oggi e di ieri.
«Il rugby mi ha dato tutto. Il bello di questo sport è questo, quando entri in un campo da rugby, qualsiasi giocatore ti trovi davanti, c’è già un’intesa».
La serata è stata anche l’occasione per parlare della crescita di questo sport: «Il rugby in Italia è in grande crescita. – Ha detto Domínguez – In Argentina il rugby si gioca a scuola, in Italia ancora questo manca, e senza è difficile raggiungere i livelli più alti. Abbiamo fatto il Sei Nazioni più bello di sempre, quello che ci manca è la quantità di giocatori, servirebbe una base molto più ampia. Per alzare il livello serve la competizione, avere una scelta più ampia di giocatori per ogni ruolo, la possibilità di un ricambio. E poi abbiamo bisogno di più formatori, per avere buoni giocatori bisogna iniziare dalla formazione, se formi bene i giovani hai buoni giocatori. Bisogna investire sulla formazione. Ai ragazzi consiglio di mettersi sempre a disposizione della sua società. Il primo sogno di un giocatore di rugby deve essere giocare nella prima squadra del suo Club; crescere e migliorarsi per arrivare a vestire la maglia della prima squadra della società di appartenenza, il resto viene in seguito. Il mio percorso è stato proprio questo. Bisogna essere disposti a metterci impegno e sacrificio, io per 20 anni non sono uscito nel weekend. Non si può arrivare da nessuna parte senza sacrifici».
«Ho conosciuto la realtà rugbistica pesarese a settembre, – ha concluso Domínguez – in occasione dell’amichevole della prima squadra con il CUS Milano. Per me è stata una sorpresa. Ho scoperto un bel Club, ben organizzato, con delle belle strutture. Tante persone che si impegnano e si offrono per le attività del Club. Ho grande rispetto per questa società, nell’ultima stagione vi siete confrontati con un girone durissimo e ne siete usciti a testa alta».